La Novarese dopo la chiusura #02 - Il Palloncino Rosso
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La Novarese dopo la chiusura #02

La Novarese dopo la chiusura #02

 

Nel 2001, nello stesso periodo in cui veniva preparata l’importante mostra alla Biblioteca Gambalunga, il Comune di Rimini maturava l’intenzione di acquistare la Novarese dalla Regione, per poi affidarla a Riminiterme (società di gestione del Talassoterapico) e destinarla a centro benessere e fitness, un Personal best place con vari servizi: non solo palestre e piscine, ma anche negozi, ambulatori, bar/ristorante e hotel o appartamenti annessi. L’idea era quella di farne un polo del benessere assieme alla vicina Bolognese, coinvolgendo grossi gruppi industriali e del turismo.

In un primo momento il progetto sembra prendere corpo: nel 2002 il Comune delibera l’acquisto della Novarese, mentre la Bolognese viene comprata all’asta dall’imprenditore Foschi di Bellaria. Nel 2003 avviene il passaggio dalla Regione per circa 3 milioni di euro – con successivo conferimento in Riminiterme – e l’anno seguente viene emanato il bando pubblico, con l’obiettivo di piazzare la maggioranza delle quote Terme-Novarese in mano a investitori privati.

Allo stesso periodo risale l’approvazione, da parte dei Comuni di Rimini e Riccione e nell’ambito del PTCP, di un Programma unitario di riqualificazione dell’area “Città delle colonie”, attraverso un intervento volto a favorire l’uso ricettivo-turistico mediante la creazione di un polo di offerta del benessere, dotato di stabilimento termale e di strutture con annessi servizi di supporto.

Nel 2005 si stipula il contratto di vendita delle azioni con la ditta reggiana Coopsette: oggetto dell’accordo la proposta di un “piano industriale migliorativo” per riqualificare, con nuove risorse, tutta l’area comprendente l’ex colonia e lo stesso Talassoterapico. Per dare attuazione a questo piano – ovvero la realizzazione del polo del benessere e della salute da parte di Riminiterme – viene fissata la scadenza del 31 dicembre 2012. Importo preventivato dell’investimento: poco più di 9 milioni di euro.

Il contratto prevedeva espressamente che la concreta attuazione degli investimenti entro il 2012 fosse vincolante, con relativa penale per mancata realizzazione del “P.I.M.”. Nel periodo 2006-2012 Riminiterme Sviluppo (creata ad hoc nel 2006), tramite Coopsette, effettua alcuni interventi di manutenzione straordinaria e di consolidamento e messa in sicurezza della struttura della Novarese, senza però realizzare pienamente il P.I.M. La stessa Coopsette infatti, interpellata dal Comune nel 2013, sostiene che le risorse investite da Riminiterme Sviluppo sono di poco superiori a quelle pattuite e che perciò ha adempiuto ai suoi obblighi; ma si tratta di una spesa appunto, non della realizzazione del progetto. Per cui i legali del Comune (assistiti dallo Studio Cedrini-Zamagni) suggeriscono la risoluzione contrattuale per inadempimento, con conseguente restituzione delle azioni e richiesta di danni.

Nel 2014 viene avviato l’arbitrato: Coopsette inizialmente si oppone, confermando la propria versione dei fatti, ma nel 2015 viene posta in liquidazione. A questo punto, stante l’impossibilità di risolvere la controversia per reiterati rinvii delle udienze con il liquidatore, si giunge ad una ipotesi di atto di transazione.

Nel 2018 dunque il Comune approva detta transazione, ritornando così proprietario di maggioranza di Riminiterme. L’interesse pubblico per la riqualificazione dell’area è ancora vivo, tanto che lo stesso Comune assieme all’Università di Bologna e all’AUSL Romagna ha sottoscritto un protocollo d’intesa per la realizzazione di una “città dello sport e del benessere” nella zona delle ex colonie.