La Colonia marina Novarese di Miramare #03 - Il Palloncino Rosso
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La Colonia marina Novarese di Miramare #03

La Colonia marina Novarese di Miramare #03

 

Fino al 1959 la Novarese ospitò turni di 300-400 bambini nei mesi estivi, cioè meno della metà rispetto agli anni Trenta: questo perché fu possibile ripristinare solo il primo piano, per mancanza di fondi.
In seguito il Commissariato nazionale della Gioventù Italiana di Roma non concesse più l’autorizzazione alla gestione della colonia, la quale anche a causa delle negligenze di alcuni funzionari fu vittima dell’incuria e perse l’agibilità.
A quel punto la Gioventù Italiana di Novara – che nel frattempo era stata dirottata a Vercelli – la utilizzò come sede di campeggi sfruttando l’ampio parco circostante, fino agli inizi degli anni Settanta. Il villaggio turistico era costituito da tende da 4 e 6 posti, con pavimento in legno e illuminazione interna, per un totale di 300 posti letto: i giovani provenivano da tutta Europa e per dare un’idea nel triennio 1968-1970 le presenze superarono le 14.000 unità. C’era anche un camping con servizi quali ristorante, bar e minimarket.

La Provincia di Novara dunque non ebbe mai indietro la sua “nave”: nel Dopoguerra aveva costituito il Consorzio colonie comuni novaresi, che gestiva la colonia di Druogno e in seguito altre due a Cesenatico, per dare assistenza ai figli dei lavoratori novaresi. La nascita degli enti regionali poteva aprire uno spiraglio per la riappropriazione della colonia di Miramare e in un primo momento le cose sembrarono andare in questa direzione: il Commissariato G.I. venne sciolto nel 1975 e la Novarese passò alla Regione Piemonte. Ma invece che tornare ai novaresi fu ceduta a sua volta alla Regione Emilia-Romagna.
Per la verità la stessa Gioventù Italiana, poco prima della sua chiusura, aveva iniziato alcuni lavori di ristrutturazione e riorganizzazione, per rendere l’edificio più moderno e funzionale. Eliminate le enormi camerate, si volevano creare alloggi più piccoli, con massimo sei posti letto e dotati di servizi propri: in pratica un ostello della gioventù, per ospitare ragazzi fino ai 18 anni. Spesa stimata: 300 milioni.
Senonché nel 1972 venne fuori il problema della spiaggia: l’ampio tratto di arenile, di proprietà del Demanio ma da sempre concesso in uso alla colonia, venne ceduto all’Azienda di Soggiorno di Rimini per la costruzione di uno stabilimento di cure balneari, il futuro Talassoterapico. E così anche questo progetto sfumò.

Fonti: La Stampa 29/4/1971, 7/5/1971, 26/5/1972