Le colonie marine in tempo di guerra #01 - Il Palloncino Rosso
16912
post-template-default,single,single-post,postid-16912,single-format-standard,cookies-not-set,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1400,footer_responsive_adv,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-16.1,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.4.7,vc_responsive
 

Le colonie marine in tempo di guerra #01

Le colonie marine in tempo di guerra #01

 

In questo e nei prossimi articoli vogliamo raccontare una storia che probabilmente non tutti conoscono o ricordano bene. Sappiamo a grandi linee quello che accadde dal 1939 al 1945, non solo in Italia; ma che destino ebbero invece le colonie create dal Fascismo?
Facciamo dunque una breve digressione per capire il contesto nel quale ci muoviamo.
Il 7 aprile 1939 l’Italia iniziò l’occupazione militare dell’Albania: da molto tempo questa regione era considerata strategica da Mussolini per controllare l’Adriatico e come porta d’ingresso verso l’espansione nei Balcani. La presenza italiana nel Regno d’Albania era iniziata già negli anni ’20 e in seguito ad alcuni trattati l’Italia sostenne il popolo albanese sia economicamente, sia militarmente. Tuttavia, per tenere testa a Hitler che aveva invaso Austria e Cecoslovacchia, Mussolini decise di annettere l’Albania: il Re Zog I si rifiutò di cedere il proprio Paese alla colonizzazione italiana, pertanto scattò l’offensiva. La resistenza albanese fu modesta e già il 12 aprile fu istituito un “governo fantoccio” e l’Albania divenne protettorato italiano con a capo il Re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Il primo giugno 1939, come riporta il Corriere della sera, partirono per l’Albania «dieci medici della G.I.L., destinati, uno per provincia, a scegliere diecimila ragazzi albanesi» per portarli «in Italia, ospiti delle colonie climatiche della G.I.L.». Con l’aiuto di altri medici locali, furono preventivamente sottoposti ad una «bonifica antimalarica e antiparassitaria». Il Segretario del Partito fissò i contingenti e nel nostro territorio arrivarono, solo per fare alcuni esempi, alla «Colonia “Decimo Legio” (Comando federale di Bologna)» 600 ragazzi, più altri 300 ciascuna alla «Colonia del Fascismo Novarese» e alla «Colonia “Amos Maramotti” (Comando federale di Reggio Emilia)».
L’8 luglio lo stesso Starace ispezionò alcune colonie tra Rimini e Riccione: complessivamente erano ospitati sul litorale riminese 1.600 ragazzi albanesi. Un paio di settimane dopo anche Mussolini visitò alcune colonie, in particolare la Reggiana e la “Gondar” (della Federazione di Brescia).
Per quanto riguarda la Bolognese, apprendiamo dalla stampa che sempre nel mese di luglio erano presenti i consueti mille bambini, ma di questi 300 erano bimbe albanesi. A fine mese, terminato il primo turno, queste furono sostituite da altri 300 piccoli albanesi.

(Fonti: Corriere della Sera 1/6/1939, Corriere Padano 9 e 29/7/1939, L’assalto 8 e 29/7/1939)