La Colonia Marina "Decima Legio" di Miramare #02 - Il Palloncino Rosso
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La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #02

La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #02

 

Nell’autunno del 1931 aprivano ufficialmente i cantieri della nuova Colonia del Fascismo bolognese: l’obiettivo dichiarato era terminare i lavori in tempo per ospitare il primo turno di bambini l’estate successiva. Ma come procedevano le operazioni durante l’inverno?
Secondo i cronisti de L’assalto abbastanza regolarmente, merito anche della manodopera locale: infatti «dall’inizio dei lavori a tutt’oggi [marzo 1932] sono stati impiegati giornalmente in media dai 250 ai 300 operai fra muratori, manovali, carpentieri, fabbri ecc.. La costruzione dei serramenti in legno per porte e finestre di tutti gli stabili è stata affidata a diverse ditte di Rimini, e già sono allo studio i progetti per gli impianti sanitari, per l’impianto della cucina, della lavanderia per il reparto disinfezione, per l’impianto della illuminazione elettrica e per la fognatura». Su questo aspetto dell’impiego di molta manodopera locale le autorità del Regime insistevano particolarmente, come segno tangibile di preoccupazione per il livello di disoccupazione in Riviera durante i mesi invernali.
Apprendiamo dal giornale che già nella primavera del 1932 «sono stati coperti il padiglione di isolamento e quello per la lavanderia e disinfezione, oltre a circa una metà del gruppo di fabbricati dove sono riunti i dormitori, i locali per refettorio e per soggiorno e di servizi inerenti. Già si può prevedere che per il 15 aprile p.v. tutti i fabbricati saranno ultimati al grezzo, cioè per quanto riguarda muratura e coperto». Abbiamo informazioni anche sui materiali impiegati: «Le fondazioni di tutti i fabbricati sono state eseguite con calcestruzzo di ghiaia e calce eminentemente idraulica; le murature, dalla risega di fondazione al tetto, sono di mattoni e malta di calce pure eminentemente idraulica […] I solai, a divisione dei diversi piani, sono stati costruiti in cemento armato con laterizi a camera d’aria».
Sul finire della primavera il Duce in persona, accompagnato da Donna Rachele, rientrando a Roma da Forlì, si era soffermato un attimo a visitare i cantieri della Colonia, chiedendo informazioni al personale addetto ai lavori in merito ai dati tecnici ed alla manodopera impiegata: Mussolini «si è molto compiaciuto dello stato dei lavori della più grande Colonia marina fascista d’Italia».

(Fonti storiche: L’assalto, 19/03/1932; Atti e comunicati della Federazione fascista di Bologna, 02/06/1932, Biblioteca dell’Archiginnasio. Per le immagini si ringraziano: Archivio Fotografico della Biblioteca civica Gambalunga – Rimini e Biblioteca D’arte E Di Storia Di San Giorgio In Poggiale della Fondazione Carisbo)