La Colonia Marina "Decima Legio" di Miramare #01 - Il Palloncino Rosso
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La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #01

La Colonia Marina “Decima Legio” di Miramare #01

 

Il momento tanto sospirato è giunto: è con grande enfasi che L’assalto del 24 ottobre 1931 dà notizia dell’inizio dei lavori della futura Colonia della Federazione Fascista Bolognese “Decima Legio”.
Il 26 settembre il Segretario Mario Ghinelli aveva già chiesto e ottenuto dal Municipio di Rimini il permesso di costruire: la commissione edilizia esprimeva «all’unanimità parere pienamente favorevole sul progetto presentato, che rappresenta una delle opere più complete e grandiose del genere, ed una superba realizzazione dell’attività assistenziale del Regime».
Il 15 ottobre lo stesso Ghinelli, assieme al progettista ing. Ildebrando Tabarroni «delegato podestarile all’Edilità ed Arte», si reca sul litorale riminese, nel tratto di spiaggia al confine con Riccione, località Miramare, per fare un sopralluogo; immediatamente dopo partono i lavori.
L’articolo mostra per la prima volta l’aspetto che avrà l’imponente costruzione, di cui anticipa alcuni dati significativi: la superficie scelta è di forma rettangolare, di circa 20 mila metri quadri (18.335 per la precisione), con un fronte sulla litoranea di 301,50 metri. Come disposizione planimetrica viene adottato il tipo a padiglioni, per i numerosi vantaggi igienici che può comportare, a partire dal corpo centrale a tre piani: il piano sotterraneo destinato a cucine e servizi annessi; il piano terra o rialzato agli uffici di direzione e amministrazione; il piano primo alle infermerie per i malati comuni.
Questo fabbricato divide i due reparti per maschi e femmine: il primo rivolto ad ovest, il secondo ad est. Ciascun reparto a sua volta comprende due grandi padiglioni, sempre a tre piani: dal basso verso l’alto erano collocati rispettivamente i bagni, i locali ad uso guardaroba, stireria e magazzino, nonché i refettori sul lato mare; poi i locali di soggiorno e ricreazione e una parte dei dormitori; quindi i rimanenti dormitori. Fra i due padiglioni, in entrambi i reparti, vi è infine un piccolo fabbricato adibito a latrine, lavabi, locali di servizio e del personale, opportunamente isolato ma comunicante attraverso una galleria coperta.
Complessivamente, in questo edificio di 169,10 metri di lunghezza, con una profondità massima di 40 metri in corrispondenza dei padiglioni maggiori, vi erano 14 camerate, 2 saloni, 4 refettori e altre 20 sale per servizi vari, per un totale di circa 12.000 mq di superficie coperta; la capienza massima era di 1200 bambini.
Infine, a conveniente distanza dal gruppo di fabbricati principale altri due padiglioni: il primo ad uso lavanderia e disinfezione; il secondo, più esterno e a due piani, di isolamento per i malati infettivi.

(Fonti storiche: L’assalto, 24/10/1931; Archivio di Stato di Rimini, Licenze edilizie del Comune di Rimini, 1931. Si ringrazia laBiblioteca D’arte E Di Storia Di San Giorgio In Poggiale della Fondazione Carisbo)