La Colonia Bolognese a Riccione #05 - Il Palloncino Rosso
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La Colonia Bolognese a Riccione #05

La Colonia Bolognese a Riccione #05

Articolo de L’assalto del 23/08/1930

 

Veniamo ora al passaggio dalla prima sede riccionese della Colonia Bolognese, alla attuale di Miramare. Riassumiamo alcuni dati essenziali: nel 1921 si inaugurò a Riccione la prima colonia “fascista” d’Italia, che potè ospitare però poco più di una trentina di bimbi, nel corso di un solo mese. Le donne bolognesi tuttavia non si persero d’animo e anno dopo anno, con poche risorse, riuscirono ad ampliare la capacità della colonia, tanto che si arrivò alla fine degli anni ’20 a circa 1.200 ospiti a stagione.
Durante una visita di Augusto Turati nell’agosto 1930, Mario Ghinelli (Segretario federale del Fascio di Bologna) pronuncia queste parole: «Mi sono convinto che la nostra colonia apporta un enorme beneficio sia al corpo che allo spirito dei nostri ragazzi della generazione di domani. Niente di più logico, dunque, che la Federazione appoggi e sorregga con tutte le sue forze questa bellissima istituzione […] L’opera richiede moltissimi mezzi e presenta notevoli difficoltà, ma noi non retrocediamo dinanzi ad alcun sacrificio: intendiamo anzi dare alla Colonia un assetto assolutamente stabile e uno sviluppo quale è richiesto dalle necessità dei nostri bimbi bisognosi di cure». Aggiunge che l’Opera, pur godendo delle simpatie delle gerarchie e in particolare di Leandro Arpinati, presenta una importante deficienza: ovvero non possiede una sede propria, dovendo sempre prendere in affitto dei locali. Così promette che entro l’anno seguente (il 1931) si sarebbe provveduto in tal senso.
In un bell’articolo del periodico L’assalto si parla anche della vita quotidiana di quella che sarà la penultima estate a Riccione: aggiungiamo a quanto detto nell’articolo precedente che i balilla e le piccole italiane avevano tutti lo stesso corredo, ovvero un pigiama, un pullover, un grembiule e dei pantaloncini corti bianchi e neri. Ciò che distingueva le squadre maschili e femminili erano dei gagliardetti di diverso colore ed emblema. La direttrice Collina ci informa che mentre i bimbi dormivano su brande, le fanciulle avevano dei “lettucci”. Anche nei refettori le femmine erano avvantaggiate: tovaglie per loro, della semplice tela cerata per i maschietti. Ma non era questione di cavalleria, bensì di…lavanderia! Infatti a quanto pare questi ultimi erano particolarmente disordinati! Non sorprende quindi che i 400 piccoli ospiti della “cinguettante turba” attirassero le simpatie dei bagnanti e degli stranieri.

(Fonte storica: L’assalto, 16-23 agosto 1930. Si ringrazia la Biblioteca D’arte E Di Storia Di San Giorgio In Poggiale della Fondazione Carisbo e il sig. Alvisi di Bologna per l’immagine)